Bisceglie

L’agro biscegliese è stato certamente abitato, sin dai tempi del Paleolitico (circa 80.000 anni fa), esistono, infatti, delle testimonianze tangibili come le grotte di S. Croce e 4 dolmen. Tutte le testimonianze preistoriche, sono situate nell’hinterland del territorio, a circa sette chilometri dall’attuale centro abitato e precisamente in prossimità di lame naturali, un tempo fiumi e quindi fonti di vita.
La prima volta che Bisceglie viene menzionata in un documento storico è nel 1063, allorché l’arcivescovo di Trani e il vescovo di Bari, in seguito alla caduta di Canosa, redassero un documento per spartirsene i territori. Successivamente, nel 1074, si trova che il vescovo di Bisceglie Dumnello concede agli abitanti di alcuni casali il diritto di abitare in Vigiliae (antico nome di Bisceglie). I normanni sono stati i primi dominatori di Bisceglie, intesa come città, prima di loro, infatti, giunsero in Puglia i greci, i romani, i longobardi, i bizantini. L’avanzata del popolo normanno fu strategicamente importante, essi stringevano alleanze con i poteri della Chiesa, garantendone l’autonomia e avendo in cambio il tacito consenso per il loro dominio. Tradizionalmente si fa coincidere con l’avvento del primo Signore normanno a Bisceglie, nel 1054, la nascita del borgo cittadino.

 

Si deve ad esso la costruzione di una prima cinta muraria, oggi distrutta e del basamento della torre Maestra. Saranno gli Svevi a completare l’opera e nello stesso periodo nascera’ lo stemma della città e inizieranno i lavori per la Cattedrale e una parte del Castello. ll periodo angioino è molto instabile, costellato da guerre di potere, saccheggi e morte (a Bisceglie vi morì Luigi D’Angiò oggi sepolto nella chiesa omonima) complicato anche dallo scisma cattolico, presente a Bisceglie con la nomina di un antivescovo fatta dall’antipapa di Avignone. Gli angioini, divisi al loro interno, contrapposti ai signori feudatari, con un regno non stabile, vennero scacciati dagli Aragonesi nel 1443. L’avanzata di questi ultimi, però, non fu facile considerata la fedeltà che numerose città pugliesi, tra cui Bisceglie, dimostrava agli Angioini. Il 20 Maggio 1498 Bisceglie saliva alla notorietà; in Vaticano, infatti, venne annunziato il progetto di matrimonio tra Lucrezia Borgia, figlia del Papa Alessandro VI, e Alfonso d’Aragona, nipote del re di Napoli. Ad Alfonso toccò in dote Bisceglie che, unita a Corato, fu elevata a Ducato. Il ducato ebbe una vita breve, come, del resto, anche il matrimonio. Francesi e Spagnoli si contendevano il territorio seminando terrore e morte, alla fine furono gli spagnoli ad avere la meglio.

 

Gli Spagnoli dominarono il meridione per circa 200 anni (15131713), il loro potere in “Italia” era rappresentato dal viceré a Napoli, a Bisceglie il rappresentante del viceré, in carica per un anno, era un governatore. In questi due secoli, gli spagnoli oberarono il sud di vincoli e arretratezze burocratico-politiche, gettando le basi del futuro gap tra il Nord e il Sud Italia. Dopo una breve parentesi di dominazione austriaca nel regno di Napoli, durata circa 20 anni, nel 1734 comincia l’epoca borbonica, non più evoluta di quella precedente, che durerà fino al 1860. Nel 1860 Garibaldi iniziò la conquista del Regno, i biscegliesi lo appoggiarono in massa.

 

Cosa visitare a Bisceglie

 

Il centro storico Il centro storico della città di Bisceglie, negli ultimi anni in grande ripresa grazie all’intervento del Comune, è uno dei più antichi della Puglia ed è situato sul punto più alto della costa. Molto bello ha uno schema pentagonale e si estende con vie a ‘raggiera’ ed il punto d’ingresso è costituito dalla Via detta della Porta o Cardinale Dell’ Olio. Concattedrale di San Pietro apostolo. Edificata fra il 1073 e il 1295, è una costruzione romanico-pugliese anche se la facciata è stata rimaneggiata con l’apertura di tre finestre in stile barocco. Pregevole il baldacchino posto sopra l’ingresso principale. L’interno, ristrutturato nel Settecento, presenta le sacre reliquie dei tre santi protettori della città di Bisceglie: S. Mauro Vescovo, S. Sergio e S. Pantaleone. Le reliquie furono rinvenute a Bisceglie nel 1167; secondo la tradizione Sergio e Pantaleone erano due cavalieri che, giunti in Puglia per arrestare il Vescovo Mauro, furono invece da questi convertiti al Cristianesimo e successivamente martirizzati dal Proconsole romano di Venosa. Ai tre Santi la città di Bisceglie si affidò in occasione della peste del 1736, del colera del 1836 e in altri momenti di pericolo. Di recente è stata restaurato un enorme affresco all’esterno della Cattedrale raffigurante San Cristoforo, dipinto intorno all’Ottocento dal pittore Vito Calò.

 

Chiesa di Santa Margherita

Fu costruita in stile romanico nel 1197 con evidente cupola centrale contenente ai lati le Tombe dei Falconi (gli unici del genere nell’Italia meridionale) con tendenze gotiche: il primo sepolcro, incompleto, con figura giacente di guerriero, è dedicato a Basilio e Mauro Falcone; il secondo, dedicato a Riccardo Falcone, opera di Pietro Facitulo barese, ha un ricco baldacchino ornato di rilievi e trafori; il terzo sepolcro, destinato ai fanciulli dei Falconi, opera di Anseramo da Trani, ha un bizzarro baldacchino ad arco trilobo su due colonnine.

 

Chiesa di San Luigi

Fu edificata nei primi del Cinquecento sui ruderi della tempietto di San Ludovico, luogo di sepoltura di Luigi I d’Angiò, caduto in seguito a combattimenti svoltisi nel contado di Bisceglie per la riconquista del territorio. La chiesa fu riconsacrata dal vescovo Pompeo Sarnelli nel 1693, ma l’aspetto attuale risale a lavori effettuati tra il 1774 e 1784; la facciata è chiaramente barocca e all’interno presenti numerose pitture murarie, tarsie lignee degli organi ed intagli di argento. Molto bella la grande cupola, ricca di stucco e grisaglie. Nel territorio di Bisceglie si conservano alcuni dolmen e alcune grosse grotte di notevole interesse: Il Dolmen la ” Chianca “: databile al Bronzo medio (XVI – XIV sec. a.C. ) è il dolmen più importante in Europa per dimensioni e bellezza, in ottimo stato di conservazione. Tutto il materiale litico impiegato è in calcare proveniente dal territorio circostante. Il corridoio – lungo 7,50 m – è formato da lastroni piatti, infissi verticalmente nel terreno, di altezza notevolmente inferiore rispetto a quelli della cella. Pertanto, la lunghezza totale è poco meno di 10 m ed ha l’ingresso rivolto ad est.

 

Il Dolmen Frisari: si è salvato ben poco. Questo dolmen si affaccia ai primi declivi della sponda sinistra della caratteristica incisione carsica di Lama dell’Aglio, in prossimità del crocevia di confine con i territori di Molfetta e Ruvo di Puglia, non molto distante dal Casale detto Torre Navarrino, passato alla storia per un cruento episodio ivi consumatosi nel 1600.

 

Il Dolmen di Albarosa, sulla strada Bisceglie –Ruvo di Puglia.

 

Il Dolmen di Giano, così detto perché si trovava nelle immediate vicinanze del “tempio di Giano“, antica costruzione che taluni fanno risalire ai tempi pre-cristiani, seriamente minacciata dalla costruzione di nuove strade complanari durante la costruzione della nuova Strada Statale 16 Adriatica. Di questo Dolmen non resta più niente, se non minutissimi frammenti di roccia.

 

Le grotte di S. Croce furono individuate nel 1937 da Francesco Saverio Majellaro, al quale è dedicato il Museo Civico Archeologico di Risceglie. La grotta è lunga 100 metri, al suo interno è stretta verso l’alto e si allarga progressivamente sino a formare ambienti molto ampi verso il basso. Nella grotta sono state rinvenute concrezioni e stalattiti e reperti risalenti all’industria litica musteriana: 2.200 punte, raschiatoi e schegge. All’Epigravettiano finale (11.000 anni fa) è riferibile l’industria litica del Paleolitico superiore: bulini e grattatoi; di grandissima importanza il ritrovamento di un femore di Homo Sapiens Neanderthalensis nel 1955.