Trani

La leggenda vuole che la città sia stata fondata da Tirreno, figlio dell’eroe greco Diomede; ma l’origine è incerta fino all’anno Mille, quando, distrutta Canosa dai Saraceni,Trani assunse grande importanza come centro della diocesi e del gastaldato longobardo. Il primo insediamento abitativo, sulla penisoletta a nord del porto – fu favorito dall’insenatura naturale. In epoca bizantina il porto ebbe un ruolo importante nel commercio con le altre città adriatiche e con la stessa Costantinopoli. Sembra inoltre che a quel periodo risalga la compilazione degli Statuti marittimi, che costituirebbero il più antico codice marittimo del Medioevo. Con Federico II, che eresse il poderoso castello e le nuove mura difensive, la cittadina raggiunse l’apice del benessere e il porto la massima vitalità commerciale. Decadde sotto gli Angioini, per rifiorire però successivamente. Nel Seicento furono istituite la famosa Accademia dei Pellegrini (di grande importanza per lo sviluppo culturale dell’intera regione) e l’Università di studi giuridici. La classe borghese tranese, attiva economicamente e culturalmente, aderì ai moti per la Repubblica Napoletana del 1799. Mantenne a lungo il primato commerciale, culturale e giudiziario della provincia: fino al 1808 fu capoluogo della provincia. L’Ottocento fu caratterizzato dall’espansione urbana, avvenuta contestualmente all’abbattimento delle mura, con pianta a scacchiera e ampie strade.

Cosa visitare a Trani

La Cattedrale di San Nicola Pellegrino sorge in prossimità del porto, a ridosso di una delle sue insenature, ed è uno dei più raffinati esempi dello stile romanico-pugliese, La sua costruzione iniziò nel 1099, subito dopo la canonizzazione del santo a cui è dedicata, un ragazzo greco di 17 anni morto a Trani in odore di santità, e venne ultimata nel 1143. L’alto campanile di 59 metri, invece, venne iniziato nel 1200 e fu terminato soltanto un secolo dopo. Nicola Pellegrino, un giovinetto greco morto a Trani il 2 giugno 1094 all’età di diciasette anni, è passato alla storia dei Santi chiamati per definizione “pazzi di Dio” per il suo ripetere incessantemente “Kyrie eleison”, un’invocazione con la quale S. Nicola si affidava totalmente alla pietà del Signore Onnipotente.
Di notevole interesse il Castello Svevo, fatto erigere da Federico II nel 1230 in prossimità della Cattedrale. Nella sua attuale configurazione il castello si presenta come il risultato di tre fasi costruttive riferibili alla fondazione medievale, all’adeguamento cinquecentesco e al massiccio rimaneggiamento dell’Ottocento finalizzato a trasformare il castello in carcere. Fu dimora prediletta di Manfredi, figlio naturale di Federico II che vi celebrò le seconde nozze con Elena D’Epiro.
Nel cuore del borgo antico di indiscusso fascino la Giudecca, il quartiere abitato dagli Ebrei tranesi nel Medioevo. La colonia ebraica si era stabilita a Trani del XII secolo e si era insediata nelle vicinanze del porto date le vaste prospettive commerciali che esso permetteva. Il quartiere si sviluppava attraverso una fitta rete di viuzze e vicoli lungo la strada che è poi diventata Via La Giudea fino a giungere alla Porta Antica facente parte della prima cinta muraria cittadina. Nell’ambito urbano descritto sorgevano ben quattro sinagoghe poi trasformate in chiese intorno al 1380, quando molti ebrei furono costretti a convertirsi al cristianesimo o a lasciare la città. Di esse ne sopravvivono ancora due e rappresentano le uniche sinagoghe edificate nel Medioevo ancora visibili nel Mezzogiorno italiano.
La Sinagoga Scolanova è una delle sinagoghe edificate nell’antico quartiere ebraico di Trani. Dopo la cacciata degli ebrei avvenuta nel XVI secolo divenne una chiesa con il nome di Santa Maria di Scolanova. Fu costruita nel XIII secolo e vi si accede per mezzo di una scalinata che sale dalla strada ad una porta posta sul lato occidentale. La semplice facciata è affacciata su via Scolanova. L’edificio è costruito a muratura in pietra calcarea. E’ dotato di portale unico e di quattro finestre monofore ad arco. L’intero edificio è dominato da un campanile a vela a sua volta sormontato da un timpano su cui svetta una Stella di David in ferro battuto. La pianta è a croce latina, con un’unica navata coperta da volte a crociera. Le caratteristiche architettoniche nel complesso richiamano lo stile degli edifici religiosi delle Murge e della Valle d’Itria. Nel 2005 la chiesa è stata riconvertita al culto ebraico, appartiene, infatti, oggi alla comunità ebraica cittadina.
Nei pressi del quartiere ebraico da visitare la chiesa di Ognissanti, o dei Templari. Fu costruita nella prima metà del XII secolo nel cortile dell’Ospedale dei Templari, ai quali appartenne sino al 1312, anno della soppressione dell’ordine. Di chiaro stile romanico presenta in facciata un portale con fascia riccamente scolpita. Sul retro, rivolto verso il mare, presenta tre piccole absidi semicircolari sporgenti. L’interno è suddiviso in tre navate con doppio portico, per mezzo di colonne che sorreggono archi a tutto sesto. La navata centrale è coperta a capriate, mentre quelle laterali sono coperte da volte a vela.Vi sono ospitate diverse tele tra le quali una Madonna con Bambino con influssi bizantini del XVI secolo, opera del madonnaro Rico da Candia.
Dichiarato monumento di interesse nazionale nel 1856, Palazzo Caccetta si trova a ridosso del porto.
Fu fatto costruire nel 1456 da Simone Caccetta, fortunato mercante tranese ; di particolare raffinatezza la splendida facciata principale, che fonde elementi d’ispirazione gotica con elementi provenienti dlla tradizione del romanico pugliese.
Sito sull’omonima penisola a circa 2 km dal centro abitato il la Chiesa di Santa Maria di Colonna
fu fondata, con l’attiguo monastero, tra il sec XI e l’inizio del XII dal nobile tranese Goffredo Siniscalco. La facciata principale si avvale di elementi decorativi tipici dell’architettura romanica: il rosone, un arco lavorato e sostenuto da agili colonnine, un architrave di finissima fattura, ma proveniente da un monumento pagano e una serie di archetti pensili nella cuspide. Nella Chiesa si conserva il Crocifisso ligneo del XV secolo, oltraggiato dai corsari turchi e un prezioso altare donato dal Gran Duca di Toscana, in cambio delle reliquie di Santo Stefano, che qui si veneravano (1684). Attualmente il Monastero è utilizzato per iniziative culturali, mentre la chiesa, aperta al culto, è diventata sede del servizio diocesano per la pastorale dei giovani.